Mutuo tasso fisso o variabile 2018: qual è la scelta più conveniente

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Meglio mutuo tasso fisso o variabile nel 2018, quale delle due proposte scegliere? È un interrogativo che interessa migliaia di italiani, tanto delicato quanto decisivo in termini economici. Qual è la scelta più conveniente? Vediamo tutti i principali scenari.

Tassi mutui casa aggiornati al 2018: come risparmiare?

Il mutuo a tasso fisso è il più richiesto nel mercato italiano, merito dell’aspetto più importante di questo finanziamento: la presenza di una rata fissa e costante per l’intero periodo di rimborso, senza l’influenza degli andamenti del mercato.

Un aspetto che se da una parte rappresenta una sicurezza, dall’altra costituisce un limite. Il mutuatario non ha modo di godere delle opportunità di risparmio presentate dalla contrazione dei tassi.

Tasso fisso o variabile: come viene calcolata la rata

Per comprendere se sia più conveniente nel 2018 il mutuo tasso fisso o variabile va esaminato in che modo vengono computate le due rate. Il tasso fisso infatti è legato all’Eurirs. Questo è il tasso di interesse medio relativo agli interventi di swap stipulati dalle maggiori banche europee a copertura del rischio di interesse.

L’Eurirs varia a seconda del periodo preso in esame. Un mutuo a tasso fisso, durante l’intero periodo di rimborso, sarà legato all’Eurirs con una durata corrispondente a quella del mutuo stesso.

All’Eurirs andrà ad aggiungersi lo spread previsto dalla banca. Un mutuo a tasso fisso decennale contraddistinto da uno spread pari al 2%, prevedrà per il cliente una rata calcolata in rapporto all’Eurirs a dieci anni più il 2%.

Al momento l’Eurirs a 20 anni corrisponde a circa l’1,4%, ragione per cui il tasso fisso costituisce senza dubbio una proposta valida. Il tasso variabile può però essere, quanto meno nei prossimi mesi, ancora più conveniente.

I mutui a tasso variabile sono infatti legati all’Euribor, le cui scadenze variano da uno a dodici mesi. L’Euribor è contraddistinto, quanto meno attualmente, da valori negativi. A sei mesi, ad esempio, è pari al -0,27%.

Il tasso variabile è quindi nell’immediato il più conveniente, sebbene nel lungo periodo (10-20 anni) non offra alcuna garanzia, cosa che invece ritroviamo con il mutuo a tasso fisso.

Quale mutuo conviene? Dipende dalle tue esigenze

Meglio scegliere mutuo tasso fisso o variabile nel 2018? Chiarita la questione di calcolo e variazione del tasso, quale delle due opzioni sia più conveniente va stabilito prendendo in esame le specificità del proprio profilo di richiedente.

L’opzione del tasso fisso è senza dubbio quella più adatta alle necessità delle famiglie. Queste di solito hanno una disponibilità limitata e quindi la rata non può superare soglie ben definite, determinate dalla presenza di stipendi fissi.

Certo, scegliendo il tasso fisso il mutuatario deve essere consapevole che potrebbe andare incontro a un piano di rimborso nel complesso più caro rispetto al tasso variabile.

Il tasso variabile nel 2018 rappresenta una proposta molto allettante economicamente. Gli interessi sono più contenuti ma piuttosto instabili nel corso degli anni e potrebbero determinare incrementi significativi della rata mensile.

A detta degli analisti non dovrebbero prodursi importanti rialzi degli interessi nell’arco dei prossimi 7-8 anni. Il tasso variabile è una valida prospettiva per quanti intendono risparmiare e possono permettersi di far fronte a eventuali incrementi della rata. Meglio poi se la durata del mutuo non è troppo estesa.

Surroga del mutuo per il cambio del tasso di interesse

A prescindere che si tratti di mutuo tasso fisso o variabile, per il cambio del tipo di tasso è disponibile la surroga. È uno strumento che consente di cambiare il tipo di tasso, lo spread applicato dalla banca e la durata del finanziamento. Il tutto completamente a costo zero per il cliente.

La surroga non è altro che il trasferimento presso un nuovo istituto di credito del proprio mutuo. La nuova banca, presentando condizioni più vantaggiose, può consentire un importante risparmio.

Cambiando il tipo di tasso, grazie alla surroga o portabilità del mutuo, il mutuatario può rivedere la propria scelta iniziale.

Cos’è il mutuo ristrutturazione e come funziona

mutuo ristrutturazione

Cos’è il mutuo per ristrutturazione

Il mutuo ristrutturazione è una particolare tipologia di finanziamento pensata per sostenere le spese legate ai lavori di ristrutturazione di un immobile. Ricorrendo a questi finanziamenti è possibile quindi ottenere la liquidità necessaria per eseguire tali interventi.

I mutui per la ristrutturazione della casa sono molto simili ai finanziamenti finalizzati all’acquisto dell’immobile. Anche in questo caso infatti è possibile solitamente ottenere somme fino all’80% del valore dell’immobile.

L’importo può essere erogato in un’unica soluzione oppure in più tranche nel corso dei lavori. Questa seconda opzione viene solitamente proposta a quanti richiedono un mutuo ristrutturazione per il finanziamento di grandi opere, ossia di interventi che comportano cambiamenti sostanziali dell’edificio.

Per quanto attiene alle condizioni di rimborso, i mutui per la ristrutturazione possono generalmente durare dai 5 ai 30 anni. Il tasso può essere fisso, variabile o misto.

Documenti necessari per richiesta mutuo

Per ottenere un mutuo ristrutturazione è necessario presentare in sede di domanda tutta la documentazione relativa agli interventi che si desiderano effettuare. I documenti in questione devono specificare le modifiche che il richiedente intende apportare all’immobile ed indicare le spese preventivate.

La documentazione richiesta varia però a seconda del tipo di intervento. Nel caso di mutui per opere di manutenzione ordinaria è sufficiente presentare un preventivo di spesa redatto dall’impresa edile che si occuperà di eseguire i lavori.

Chi invece intende finanziare opere di manutenzione straordinaria, ovvero mirate a rinnovare e sostituire parti strutturali della casa, deve presentare documenti diversi. Sono necessari: il progetto edilizio, la denuncia di inizio attività e la domanda di autorizzazione edilizia.

Diversa invece la questione per il mutuo destinato al finanziamento di grandi opere. In questo caso oltre al preventivo di spesa, è necessario presentare la concessione edilizia e un documento attestante il versamento del contributo di costruzione.

Agevolazioni fiscali mutui ristrutturazione

Quanti hanno in corso un mutuo ristrutturazione possono beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per legge. In questo modo sarà possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi gli interessi passivi del mutuo e degli oneri accessori. La detrazione è prevista nella misura del 19%.

Va precisato però che per ottenere la detrazione Irpef l’immobile oggetto del mutuo deve risultare destinato a residenza principale del richiedente.

Non solo. Ai fini dell’accesso alla detrazione è necessario anche che il mutuatario sia anche il proprietario della casa. Il mutuo deve inoltre essere stato stipulato entro 6 mesi (precedenti o successivi) dalla data di inizio dei lavori.